LA DIREZIONE VUOLE LE NOSTRE FIRME SUI PIANI FORMATIVI, MA CONSIDERA UNA “PERDITA DI TEMPO” INFORMARCI A DOVERE!

Nei giorni scorsi la direzione ha presentato un piano formativo (tre corsi, un piano limitato) finanziato con fondi pubblici; come altre volte, ci è stato presentato un piano con pochissimo tempo a disposizione per decidere e con informazioni insufficienti per capire qualcosa dei corsi, i destinatari degli stessi e il percorso di finanziamento.

 

Dopo diversi contatti siamo riusciti ad avere una parte delle informazioni, le altre abbiamo dovuto cercarcele per conto nostro ma siamo riusciti a costruire un quadro completo, tale da permetterci una valutazione consapevole  trattandosi di fondi pubblici.

 

In futuro non vorremmo più trovarci in condizioni come quelle descritte: abbiamo chiesto alla direzione di concordare “linee guida” per prevenire episodi simili ma la direzione ha rifiutato seccamente ogni disponibilità al riguardo, considerando la nostra richiesta una mera “perdita di tempo”, anzi, ci è stato detto che era un ricatto!

 

Se è obbligatoria la nostra firma è perché le norme ci assegnano un compito di controllo, e questo compito può essere svolto SOLO se abbiamo, oltre al tempo sufficiente per esaminarle, TUTTE le informazioni necessarie – incluse quelle economiche – per fare le valutazioni del caso.

 

Torneremo alla carica per ottenere dalla direzione un comportamento più corretto e adatto allo svolgimento del ruolo di controllo che ci viene assegnato, al fine di non dover rinunciare a parte della formazione cui hanno diritto i lavoratori.

La nostra disponibilità è larghissima, e lo abbiamo dimostrato ancora una volta, MA NON SIAMO NOTAI, E FORSE QUESTO INDISPETTISCE LA DIREZIONE!

 

Agrate B.za, 27 Aprile 2016                              RSU Agrate e Castelletto

FEDERMECCANICA/ST DA UNA PARTE, LA REALTA’ DALL’ALTRA…

La direzione ha esposto un comunicato di Federmeccanica, per spiegare la “bontà” della loro proposta per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Peccato che faccia riferimento a un’idea di società e di lavoro che è lontana dalla realtà e, soprattutto, dai bisogni concreti dei cittadini che lavorano.

Proviamo, “a spot”, a spiegare cosa, secondo noi, non va, e lo facciamo dal punto di vista ST:

  • ST, per “difendere l’impresa e il lavoro”, deve investire e rilanciare ricerca ed innovazione, anziché continuare a licenziare persone (-6500 in dieci anni, altri 1400 in meno col nuovo piano di gennaio), e perdere know-how ed esperienza. Dirottare denaro verso azionisti e staff, invece, ottiene l’effetto di indebolire la struttura industriale, di ricerca, progettuale. Il futuro, insomma…
  • Parlare di welfare in ST è quasi grottesco: infatti, “Il welfare alza lo stipendio” se non viene tagliato e ostacolato il part-time, se c’è il lavoro da casa (non solo quello gratis la domenica…), si discute finalmente il contratto integrativo (con la richiesta di un PdR che finalmente funzioni bene, di revisione del piano sanitario integrativo, voluto dai sindacati dal 2003, di una flessibilità d’orario più estesa e di molte altre cose utili alle persone). Il “welfare aziendale” si fa con anche pagando meglio le persone, con aumenti contrattuali adeguati e premi di risultato finalmente decenti. I buoni benzina/spesa e cose simili servono solo alle aziende per risparmiare tasse in quantità, mentre i tagli ulteriori ai servizi per coprire il mancato gettito costerebbero alle famigle molto di più dei piccoli vantaggi avuti con le “elemosine” aziendali. È, poi, vergognoso proporre i costi per il “welfare che alza lo stipendio” IN ALTERNATIVA ai premi di risultato: in questo modo, quel welfare lo pagheremmo noi, mentre le aziende ci risparmierebbero su le tasse!!
  • La proposta di un nuovo “minimo di garanzia” nasconde una enorme fregatura: solo meno del 5% dei lavoratori metalmeccanici vedrebbe aumenti su quel minimo; tutti gli altri (compresi TUTTI i lavoratori ST) non vedrebbero mai più un centesimo, perché bastano le voci – contrattate nei decenni precedenti dai sindacati – aggiuntive al contratto nazionale, come premio di produzione, terzo elemento, scatti di anzianità, premio di risultato per togliere ogni speranza di vedere i futuri aumenti, visto che i nostri stipendi sono già molto oltre quel “minimo di garanzia”. La “nuova retribuzione detassata” non ci vede, di principio, contrari, a patto di capire come si recupera il gettito mancato, perché altrimenti sarebbe necessario, ancora, fare tagli ai servizi per le famiglie, scaricando su di esse il costo!
  • Parlare di “formazione per tutti” è, in ST, una presa in giro: da quasi cinque anni tentiamo di includere nei piani di formazione finanziata una parte consistente della popolazione ST: gli operaiquasi metà dei lavoratori agratesisono da sempre TOTALMENTE ESCLUSI da questi piani, e solo l’anno scorso siamo riusciti, con fatica, ad imporre all’azienda un corso per 20 (venti!!!) persone (divenute poi 40) della produzione. È altrettanto impossibile ragionare di formazione finalizzata all’occupabilità delle persone, giacché ST ha in testa altri scopi ed altri criteri…
  • Da tempo, in ST risulta difficile “fare insieme”: fatichiamo persino ad avere informazioni adeguate sulle strategie dell’azienda, come già prevede il contratto vigente; come si può parlare di “condivisione” e “responsabilizzazione” se i lavoratori ed i loro rappresentanti vengono ritenuti inadeguati a ricevere un’informazione decente e attendibile? Oppure quando ST fa pagare a tutti i suoi dipendenti (economicamente, ma anche coi posti di lavoro e la qualità stessa del lavoro per chi resta!) il costo delle crisi, lasciando per azionisti e staff premi e denari in quantità? Non sarà mica il modello Micron quello che ha in testa la ST, quando aderisce a questa propaganda?

Una bella presa in giro: ecco come potremmo sintetizzare il giudizio sul documento di Federmeccanica.

L’unica cosa utile per tutti noi è continuare a chiedere a gran voce di avere un BUON contratto nazionale, forte e giusto, e un BUON contratto integrativo aziendale, che risponda al meglio ai bisogni delle persone che lavorano in ST.

Cornaredo, 22 aprile 2016                                                                                                                             la RSU di Castelletto

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La solidarietà della CGT, importante sindacato francese, per lo sciopero di FIM-FIOM-UILM:

 

 CGT

Cari compagni, Cari amici,

a nome del comitato esecutivo della Federazione dei Metalmeccanici della CGT e dei sindacati della CGT nel settore metalmeccanico, vorrei esprimervi il nostro forte supporto alla giornata nazionale di azione che state organizzando insieme per tutti i lavoratori metalmeccanici.

Attraverso i paesi del sud europa stiamo vedendo attacchi alle relazioni sociali, al diritto alla contrattazione collettiva e ai sindacati con il solo obiettivo di attaccare i diritti dei lavoratori. Il pretesto delle politiche di austerità è la prova della collusione tra datori di lavoro e dei governi nel mettere in discussione il ruolo dello stato sociale.

Questo attacco senza precedenti del capitale sul lavoro non crea posti di lavoro, ha come obiettivo la creazione di più disuguaglianza, precarietà, il deterioramento delle condizioni di lavoro e porta milioni di lavoratori nella povertà .

Noi sosteniamo i contratti collettivi che garantiscano potere di acquisto e buoni condizioni di vita, migliori condizioni lavorative, la protezione del lavoro dei lavoratori e dei loro posti di lavoro.

Questo non può essere raggiunto senza una reale politica industriale e degli investimenti.

L’€™unità  d’€™azione di FIM, FIOM e UILM è un passo importante e un esempio per tutti i sindacati in europa. Potrebbe essere la pietra angolare per l’€™unità  del movimento dei lavoratori del sud europa e in tutta europa nel combattere queste politiche. Solo l’unità  dei lavoratori può essere la chiave del successo.

La vostra lotta è la nostra lotta. Potete contare ora e in futuro sulla completa solidarietà  e sul supporto del sindacato dei metalmeccanici della CGT.

Vi auguriamo il meglio, il successo e la vittoria.

In solidarietà 

 

Per la Federazione dei lavoratori della metallurgia – CGT

Frédéric Sanchez Segretario Generale 

La Grande abbuffata continua….

Appunti dopo l’incontro del 15 aprile

Il 15 Aprile il previsto incontro con l’azienda ha mostrato, ancora una volta, come pesi e misure per questo management rimangono relativi.

Ci hanno raccontato da una parte che forse stiamo uscendo dalla situazione molto complicata in cui, a seguito della vicenda ST-Ericsson eravamo precipitati: ve lo ricordate, correva il 2012, e la nostra azienda stampava una perdita “monstre” di 2,14 miliardi di dollari.

Ora, a seguito della nuova riorganizzazione e dei piani di riduzione del personale, saremmo pronti a ripartire e “spaccare il mondo”; abbiamo competenze, commesse e prodotti “vincenti”. Insomma non ci manca nulla, e, particolarmente in Italia, non vi sono e non vi saranno problemi! Evviva!!

Grandi cose, anche per gli investimenti: per l’M9 catanese si spenderanno soldi e si completerà la linea a 8” (forse), viene annunciata la partenza di una linea pilota a 12” ad Agrate per il 2017 (forse), i MEMS ritorneranno a riempire le linee di produzione nel 2017 (forse, ma solo all’80%).

Già, forse: è questo il refrain del nostro management. Forse tutto si concretizzerà se il mercato supporterà gli investimenti, se le variabili e le configurazioni astrali che si attendo si verificheranno. Altrimenti non se ne farà nulla!

Ma non per tutti sarà necessario aspettare: per soddisfare i voraci appetiti dei nostri senior manager ed azionisti i tempi sono già maturi.

 

Già, il mercato impedisce gli investimenti (e possiamo capirlo), ma perché, allora, il medesimo mercato e l’andamento della società non frenano anche la voracità di una parte della nostra azienda nella distribuzione dei dividendi? Dal 2012 ad oggi i dividendi ammontano a 1.5 miliardi di dollari, mentre nello stesso periodo le perdite ammontano a ben oltre 2 miliardi, per i soli emolumenti ai Senior manager (sono 26) si parla di 100 milioni, ed il solo CEO strappa un onesto 11 milioni e spiccioli.

Il 25 Maggio si deciderà di usare circa 210 milioni di dollari per remunerare gli azionisti: e non forse, ma sicuramente!

 

Noi, a differenza di altri, viviamo nel mondo normale, e siamo consapevoli che pasti gratis non ne esistono: qualcuno quella abbuffata dovrà continuare a pagarla: sono i 1400 esuberi che la nostra “caritatevole” azienda sta cucinando in questi giorni, sono gli oltre 5000 colleghi scomparsi dalla ST dal 2012 ad oggi, sono i nostri aumenti individuali, con i passaggi di livello “raffreddati”, o con riconoscimenti economici che assomigliano a mere mance, sono il blocco del nostro integrativo aziendale, sono il premio di produttività e redditività “massaggiato ad arte” per cancellarne, da ormai 6 trimestri, il 60%.

Sono e saranno i nostri sacrifici a pagare la loro abbuffata!

Ciliegina sulla torta del 15 aprile: alla richiesta supportata dalle buone aspettative italiane per il prossimo futuro di riaprire il tavolo di trattativa sul contratto di secondo livello, presentato oramai 2 anni fa e mai discusso, la direzione ci ha detto che sarà (forse) disponibile a discuterne solo alla conclusione della trattativa riguardante il contratto nazionale!

Per il giorno 20, abbiamo indicato 8 ore di sciopero: per il contratto nazionale e per quello aziendale; è, anche, occasione per una critica a scelte che sembrano avere come obiettivo l’indebolimento della nostra azienda.

Il 20 aprile siamo tutti chiamati a fare una scelta.

Ci sarà un presidio informativo all’ingresso per sensibilizzare tutti i colleghi.

Cornaredo, 19 aprile 2016                                                                   la RSU di Castelletto

Vogliamo un contratto nazionale di qualità. Vogliamo il contratto integrativo ed un futuro per ST!

Da troppo tempo le scelte aziendali sono basate solo su criteri finanziari e di soddisfazione del mercato azionario; negli anni hanno ridotto drasticamente il portafoglio prodotti, il fatturato e l’occupazione, con la perdita di grandi esperienze e capacità di ricerca/innovazione. La ristrutturazione annunciata il 27 gennaio scorso conferma, purtroppo, questi criteri.

Servono, invece, investimenti legati a scelte politiche industriali credibili, per i quali serve il supporto dei due azionisti di riferimento, gli stati Francese e Italiano; senza questi investimenti non può esserci innovazione e ricerca – le uniche, vere radici di ST e dei suoi successi ormai passati – e nemmeno un futuro per gli insediamenti, soprattutto produttivi, in Europa.

È inammissibile che, ancora, quest’anno saranno distribuiti dividendi cospicui (210M€), pur in una situazione finanziaria critica e con settori in forte difficoltà, mentre allo stesso tempo vengono imposti risparmi forzosi su investimenti in ricerca e sviluppo, sulle politiche retributive per i dipendenti e persino sui rinnovi contrattuali.

È necessario un radicale cambio di rotta: lo chiediamo da tempo, lo abbiamo scritto a chiare lettere anche in un documento sindacale che, corredato da domande specifiche sulla situazione di ST, presenteremo il 15 aprile in un incontro con la direzione aziendale.

Federmeccanica vuole indebolire e svuotare il contratto nazionale spostando sui contratti aziendali tutto il peso economico, normativo, di confronto sugli assetti strategici. In ST, a tre anni dalla scadenza del contratto integrativo aziendale, non siamo ancora riusciti a discuterne una riga: dalla somma di questi due elementi emerge una bella fregatura per tutti, non vi pare?!?

L’attivita’ delle RSU e dei sindacati nazionali per il contratto integrativo deve avere il supporto concreto da parte di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, che alla fine poi vengono contati e soppesati per valutare il seguito effettivo alle proposte fatte da sindacati, RSU e lavoratrici/lavoratori.

Il 20 aprile FIM-FIOM-UILM hanno proclamato uno sciopero di 4 ore per ottenere un rinnovo contrattuale di buona qualità. Il coordinamento nazionale di ST associa al tema del contratto nazionale la situazione del contratto integrativo aziendale, con altre 4 ore di sciopero nello stesso giorno. Lo sciopero in tutta ST Italia sarà, perciò, per l’intera giornata del 20 aprile.

Ora sta a noi, con il necessario e forte supporto di tutte le lavoratrici e i lavoratori di ST, decidere se spiegare le vele ed avanzare verso un futuro positivo, oppure se restare ancorati al molo in balia di scelte sbagliate a danno dei lavoratori di ST e della stessa azienda e di chi ci vuol portare indietro nel tempo di molti decenni.

Nella giornata di domani, 14 aprile, ci confronteremo con lavoratrici e lavoratori di Castelletto su questi temi in due assemblee retribuite (vedi modalità in bacheca): non mancate questa occasione di farci conoscere il vostro pensiero!

Cornaredo, 13 aprile 2016                                                                 la RSU di Castelletto

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