Ccnl metalmeccanici: Il 28 settembre riparte la trattativa

E’ un primo risultato della mobilitazione e della tenuta unitaria

Le Segreterie nazionali dei sindacati dei metalmeccanici Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil hanno diffuso oggi il seguente comunicato.

“Mercoledì 28 settembre riparte la trattativa per il Contratto nazionale dei metalmeccanici dell’industria e dell’installazione d’impianti, che era bloccata da diversi mesi.

Federmeccanica, ha inviato la convocazione anticipandoci che intende avanzare nuove proposte.

E’ un primo positivo risultato delle lotte realizzate in questi mesi dalle lavoratrici e dai lavoratori metalmeccanici e della tenuta unitaria di Fim, Fiom, Uilm, fermo restando la necessità di valutare il merito delle nuove proposte che saranno ufficialmente presentate al tavolo negoziale.

Per quanto ci riguarda, ci presenteremo al tavolo con la volontà di realizzare una vera trattativa in grado di produrre, in tempi rapidi, un’intesa capace di qualificare il CCNL ed estendere la contrattazione aziendale migliorando le condizioni di vita e di lavoro dei metalmeccanici, facendo ripartire gli investimenti e rilanciando la competitività e l’occupazione delle imprese e del settore metalmeccanico.

In attesa di conoscere le nuove proposte di Federmeccanica, rimane confermato lo sciopero degli straordinari e delle flessibilità per tutto il mese di settembre.

Alla luce di quanto emergerà nella trattativa del 28, valuteremo tutte le iniziative di mobilitazione e di rapporto con le lavoratrici e i lavoratori da mettere in campo per ottenere un nuovo contratto nazionale”.

Uffici stampa Fim, Fiom, Uilm

Roma, 15 settembre 2016

FEDERMECCANICA/ST DA UNA PARTE, LA REALTA’ DALL’ALTRA…

La direzione ha esposto un comunicato di Federmeccanica, per spiegare la “bontà” della loro proposta per il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici. Peccato che faccia riferimento a un’idea di società e di lavoro che è lontana dalla realtà e, soprattutto, dai bisogni concreti dei cittadini che lavorano.

Proviamo, “a spot”, a spiegare cosa, secondo noi, non va, e lo facciamo dal punto di vista ST:

  • ST, per “difendere l’impresa e il lavoro”, deve investire e rilanciare ricerca ed innovazione, anziché continuare a licenziare persone (-6500 in dieci anni, altri 1400 in meno col nuovo piano di gennaio), e perdere know-how ed esperienza. Dirottare denaro verso azionisti e staff, invece, ottiene l’effetto di indebolire la struttura industriale, di ricerca, progettuale. Il futuro, insomma…
  • Parlare di welfare in ST è quasi grottesco: infatti, “Il welfare alza lo stipendio” se non viene tagliato e ostacolato il part-time, se c’è il lavoro da casa (non solo quello gratis la domenica…), si discute finalmente il contratto integrativo (con la richiesta di un PdR che finalmente funzioni bene, di revisione del piano sanitario integrativo, voluto dai sindacati dal 2003, di una flessibilità d’orario più estesa e di molte altre cose utili alle persone). Il “welfare aziendale” si fa con anche pagando meglio le persone, con aumenti contrattuali adeguati e premi di risultato finalmente decenti. I buoni benzina/spesa e cose simili servono solo alle aziende per risparmiare tasse in quantità, mentre i tagli ulteriori ai servizi per coprire il mancato gettito costerebbero alle famigle molto di più dei piccoli vantaggi avuti con le “elemosine” aziendali. È, poi, vergognoso proporre i costi per il “welfare che alza lo stipendio” IN ALTERNATIVA ai premi di risultato: in questo modo, quel welfare lo pagheremmo noi, mentre le aziende ci risparmierebbero su le tasse!!
  • La proposta di un nuovo “minimo di garanzia” nasconde una enorme fregatura: solo meno del 5% dei lavoratori metalmeccanici vedrebbe aumenti su quel minimo; tutti gli altri (compresi TUTTI i lavoratori ST) non vedrebbero mai più un centesimo, perché bastano le voci – contrattate nei decenni precedenti dai sindacati – aggiuntive al contratto nazionale, come premio di produzione, terzo elemento, scatti di anzianità, premio di risultato per togliere ogni speranza di vedere i futuri aumenti, visto che i nostri stipendi sono già molto oltre quel “minimo di garanzia”. La “nuova retribuzione detassata” non ci vede, di principio, contrari, a patto di capire come si recupera il gettito mancato, perché altrimenti sarebbe necessario, ancora, fare tagli ai servizi per le famiglie, scaricando su di esse il costo!
  • Parlare di “formazione per tutti” è, in ST, una presa in giro: da quasi cinque anni tentiamo di includere nei piani di formazione finanziata una parte consistente della popolazione ST: gli operaiquasi metà dei lavoratori agratesisono da sempre TOTALMENTE ESCLUSI da questi piani, e solo l’anno scorso siamo riusciti, con fatica, ad imporre all’azienda un corso per 20 (venti!!!) persone (divenute poi 40) della produzione. È altrettanto impossibile ragionare di formazione finalizzata all’occupabilità delle persone, giacché ST ha in testa altri scopi ed altri criteri…
  • Da tempo, in ST risulta difficile “fare insieme”: fatichiamo persino ad avere informazioni adeguate sulle strategie dell’azienda, come già prevede il contratto vigente; come si può parlare di “condivisione” e “responsabilizzazione” se i lavoratori ed i loro rappresentanti vengono ritenuti inadeguati a ricevere un’informazione decente e attendibile? Oppure quando ST fa pagare a tutti i suoi dipendenti (economicamente, ma anche coi posti di lavoro e la qualità stessa del lavoro per chi resta!) il costo delle crisi, lasciando per azionisti e staff premi e denari in quantità? Non sarà mica il modello Micron quello che ha in testa la ST, quando aderisce a questa propaganda?

Una bella presa in giro: ecco come potremmo sintetizzare il giudizio sul documento di Federmeccanica.

L’unica cosa utile per tutti noi è continuare a chiedere a gran voce di avere un BUON contratto nazionale, forte e giusto, e un BUON contratto integrativo aziendale, che risponda al meglio ai bisogni delle persone che lavorano in ST.

Cornaredo, 22 aprile 2016                                                                                                                             la RSU di Castelletto

www.rsustcastelletto.org

rsu.st.cast@gmail.com

Vogliamo un contratto nazionale di qualità. Vogliamo il contratto integrativo ed un futuro per ST!

Da troppo tempo le scelte aziendali sono basate solo su criteri finanziari e di soddisfazione del mercato azionario; negli anni hanno ridotto drasticamente il portafoglio prodotti, il fatturato e l’occupazione, con la perdita di grandi esperienze e capacità di ricerca/innovazione. La ristrutturazione annunciata il 27 gennaio scorso conferma, purtroppo, questi criteri.

Servono, invece, investimenti legati a scelte politiche industriali credibili, per i quali serve il supporto dei due azionisti di riferimento, gli stati Francese e Italiano; senza questi investimenti non può esserci innovazione e ricerca – le uniche, vere radici di ST e dei suoi successi ormai passati – e nemmeno un futuro per gli insediamenti, soprattutto produttivi, in Europa.

È inammissibile che, ancora, quest’anno saranno distribuiti dividendi cospicui (210M€), pur in una situazione finanziaria critica e con settori in forte difficoltà, mentre allo stesso tempo vengono imposti risparmi forzosi su investimenti in ricerca e sviluppo, sulle politiche retributive per i dipendenti e persino sui rinnovi contrattuali.

È necessario un radicale cambio di rotta: lo chiediamo da tempo, lo abbiamo scritto a chiare lettere anche in un documento sindacale che, corredato da domande specifiche sulla situazione di ST, presenteremo il 15 aprile in un incontro con la direzione aziendale.

Federmeccanica vuole indebolire e svuotare il contratto nazionale spostando sui contratti aziendali tutto il peso economico, normativo, di confronto sugli assetti strategici. In ST, a tre anni dalla scadenza del contratto integrativo aziendale, non siamo ancora riusciti a discuterne una riga: dalla somma di questi due elementi emerge una bella fregatura per tutti, non vi pare?!?

L’attivita’ delle RSU e dei sindacati nazionali per il contratto integrativo deve avere il supporto concreto da parte di tutti i lavoratori, iscritti e non iscritti, che alla fine poi vengono contati e soppesati per valutare il seguito effettivo alle proposte fatte da sindacati, RSU e lavoratrici/lavoratori.

Il 20 aprile FIM-FIOM-UILM hanno proclamato uno sciopero di 4 ore per ottenere un rinnovo contrattuale di buona qualità. Il coordinamento nazionale di ST associa al tema del contratto nazionale la situazione del contratto integrativo aziendale, con altre 4 ore di sciopero nello stesso giorno. Lo sciopero in tutta ST Italia sarà, perciò, per l’intera giornata del 20 aprile.

Ora sta a noi, con il necessario e forte supporto di tutte le lavoratrici e i lavoratori di ST, decidere se spiegare le vele ed avanzare verso un futuro positivo, oppure se restare ancorati al molo in balia di scelte sbagliate a danno dei lavoratori di ST e della stessa azienda e di chi ci vuol portare indietro nel tempo di molti decenni.

Nella giornata di domani, 14 aprile, ci confronteremo con lavoratrici e lavoratori di Castelletto su questi temi in due assemblee retribuite (vedi modalità in bacheca): non mancate questa occasione di farci conoscere il vostro pensiero!

Cornaredo, 13 aprile 2016                                                                 la RSU di Castelletto

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