Pensioni: Camusso, l’intesa ancora non c’è, nessuno accetterà di pagare per smettere di lavorare

Pubblicato il 30/09/2016

«Non è un accordo ma un verbale di sintesi», precisa Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, quando le si chiede la sua opinione su quella che è comunque una prima intesa con il governo sulle pensioni Camusso ha appena consegnato alla presidente della Camera, Laura Boldrini, le firme (un milione e duecentomila) a sostegno della Carta dei diritti, «nel giorno del nostro compleanno» (110, gli anni della Cgil, ndr), precisa ancora.

Camusso, qual è la differenza tra un accordo e un verbale di sintesi? Questione di linguaggio o questione di merito? «Semplicemente che in un verbale di sintesi ci sono i diversi punti di vista. E in quello che abbiamo sottoscritto ci sono le differenze: noi, per esempio, siamo contrari all’Ape, all’anticipo pensionistico con il prestito bancario.

Va bene, non potrà però negare che qualcosa tra i sindacati, e in particolare proprio la Cgil, e il governo sia cambiato? «Certo che è cambiato. Prima non voleva nemmeno vederci si negava addirittura la rappresentanza ora si confronta Sembra una nuova stagione, cominciata con il tavolo sul terremoto, con quello su Industria 4.0 e con le pensioni. Sono segnali con cui non si ignora più l’importanza e la funzione delle grandi associazioni di rappresentanza».

Insomma non parlerebbe più di una “torsione democratica” da parte del governo, come fece aprendo più di due anni fa il congresso della Cgil? «Si negava la funzione dei sindacati e il loro positivo ruolo per la coesione sociale, e il rischio c’era. Si prospettava una riduzione dello spazio democratico, perché la democrazia non si esprime solo attraverso il voto”.

Quel rischio non c’è più? «Direi di no. Questo non vuol dire che non ci sia più il vulnus. II Jobs act e i voucher sono ll a ricordarlo. L’unica cifra “più” che il governo può mettere nel suo bilancio è proprio quello sui voucher che continuano a crescere in modo esponenziale in tutti i settori producendo una precarietà e uni insicurezza mai vista prima. Comunque non si pub non riconoscere che per la prima volta non si tagliala previdenza».

Secondo lei è una mossa di Renzi in vista del referendum? I pensionati votano e sono pure tanti. «È un pensiero che può venire in mente, ma non ci credo. Non si può sottovalutare così l’intelligenza degli elettori. Ho letto anche che qualcuno pensa che così la Cgil cambierà idea sul referendum: si sbaglia. Mi pare piuttosto che il presidente del Consiglio abbia capito che non si può governare in solitudine».

Siete contrari anche alla cosiddetta “Ape sociale”, quella per i lavoratori che perdono il lavoro, o sono disabili e che possono andare così in pensione prima serma pagare nulla? «No, ma deve essere chiaro che non si tratta di uno strumento previdenziale. È un superammortizzatore sociale che serve ad accompagnare i lavoratori verso la pensione».

E perché no all’Ape? «Perché è uno strumento finanziario. Non credo che i lavoratori italiani pensino di indebitarsi per andare in pensione». Cosa propone in alternativa? «Con Cisl e Uil abbiamo proposto la libertà di scelta flessibilità di uscita tra i 62 e i 70 anni. Senza penalizzazioni perché nel sistema contributivo non ha senso perché prima si esce, meno si versa e meno si prende di pensione».

E i costi? «Guardi, io penso che sia stato un errore contabilizzare i risparmi derivanti dalle pensioni Siamo così rimasti paralizzati. Dobbiamo invece ricreare una solida rietà interna al sistema».

Quella dei conti è però una questione centrale. Come quella dei giovani: perché nel verbale non c’è nulla per le nuove generazioni e ci si concentra solo sugli anziani? «Non è vero. Quella che abbiamo chiamato la fase 2′ sarà soprattutto per i giovani a cominciare dall’introduzione dalla pensione di garanzia, una soglia di assegno sotto la quale non si potrà scendere».

 

Dal sito www.cgil.it

Pensioni, APE e altre storie: le VERE posizioni della CGIL

Nei giorni scorsi i giornali hanno descritto il dibattito sulle pensioni, tutt’ora in corso fra CGIL-CISL-UIL e Governo, come se fosse già bell’e concluso, con tutti gli “attori” d’accordo su tutto salvo qualche particolare. Hanno anche parlato di “accordo” sottoscritto.

Non è proprio così, perlomeno non su tutto.

Anzitutto, non è stato firmato alcun accordo, ma solo un “verbale di sintesi, cioè un documento che tiene traccia delle singole, diverse posizioni sui diversi punti, così da rappresentare la base per la ripresa del negoziato.

Ci sono, naturalmente, novità interessanti positive (pensiamo, per esempio, a favorire chi ha cominciato a lavorare molto presto, cioè i cosiddetti “precoci”, così come per chi fa lavori usuranti), su cui è giusto che tutti i soggetti si dicano soddisfatti.

Ci sono, però, ancora differenze importanti su altri punti, come per esempio l’APE (l’uscita anticipata fino a tre anni per chi dovrebbe andare in pensione di vecchiaia). La CGIL NON è d’accordo con la soluzione prospettata, NON è d’accordo a consegnare a banche ed assicurazioni il destino di chi deve andare in pensione e vuole anticipare l’uscita, PENSA che la “flessibilità”, per chi ha fra 62 e 70 anni, debba avvenire senza penalizzazioni, perché c’è già la mancata maturazione dei contributi a ridurre l’entità dell’assegno pensionistico.

Riportiamo, in un’intervista a Susanna Camusso, una sintesi delle posizioni della CGIL, che in parte coincidono con quelle di CISL e UIL; appena li avremo, esporremo i documenti “ufficiali” per completare l’informazione.

 

Cornaredo, 4 ottobre 2016                                                                         la RSU di Castelletto

rsu.st.cast@gmail.com

La Cgil lancia un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori

lunedi 18 gennaio, a Roma,  il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ha presentato la Carta dei Diritti Universali del Lavoro,  ovvero un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei  lavoratori.

Una raccolta di norme destinate a tutto il mondo del lavoro, subordinato e autonomo, che a partire dai prossimi giorni sarà al centro delle assemblee nei luoghi di lavoro e dei pensionati, per la consultazione straordinaria delle iscritte e degli iscritti alla Cgil. L’obiettivo è ambizioso: far diventare la Carta una legge d’iniziativa popolare per ridare dignità a tutti i lavoratori e a tutte le lavoratrici.

Il nuovo Statuto vuole innovare gli strumenti contrattuali preservando quei diritti fondamentali che devono essere riconosciuti ed estesi a tutti, senza distinzione, indipendentemente dalla tipologia lavorativa o contrattuale, perché inderogabili e universali. Diritti che vanno dal compenso equo e proporzionato alla libertà di espressione, dal diritto alla sicurezza al diritto al riposo, ma anche alle pari opportunità e alla formazione permanente, un aggiornamento costante di saperi e competenze.

Per ricostruire un diritto del lavoro a tutela della parte più debole nel rapporto di lavoro

Carta dei diritti del lavoro_testo finale_13 01 2016

Inizia la campagna di raccolta firme contro il fascismo

Petizione_Locandina_A4_bassa_corretta

Carissimi

Pensiamo di fare cosa gradita nel comunicarvi l’avvio di una importante iniziativa di cui la Fiom di Milano è parte propositrice.

Una campagna di massa e tra i lavoratori per la messa fuori legge delle organizzazioni fasciste, razziste, naziste e xenofobe.

Ci pare un impegno importante e di grande attualità, purtroppo, in un momento in cui idee di divisione tra le persone, tra le condizioni sociali e tra le popolazioni, trovano terreno fertile in Europa e anche nel nostro Paese, alimentate da paure profonde e dalla condizione ormai generale e quotidiana di precarietà a cui ci sta condannando la pesantezza della crisi.

Il voto francese di pochi giorni orsono è solo l’ultimo dei continui segnali di allarme che ci  spingono ad un impegno sempre maggiore nella difesa dei diritti di tutti e della democrazia.

La campagna di raccolta firme online e` iniziata il 16 dicembre, questo è il link: https://www.change.org/p/diretta-al-presidente-della-repubblica-sergio-mattarella-al-presidente-del-senato-pietro-grasso-alla-presidente-della-camera-laura-boldrini-per-la-messa-fuori-legge-di-tutte-le-organizzazioni-neofasciste-e-neonaziste 

La Repubblica illustrerà  ai lettori i motivi dell’iniziativa, chi sono i promotori e i dettagli per firmare la petizione.
Lo stesso verra` fatto con gli spot che saranno trasmessi da Radio Popolare.

 

Risultati referendum

Piattaforma Fiom Federmeccanica Assistal:

SI 237
NO 12
BIANCHE 5
NULLE 0

Verifica opinione dei metalmeccanici per una nuova legislazione del lavoro e la difesa dei diritti costituzionali:

SI 222
NO 19
BIANCHE 13
NULLE 0

 

verbali

 

Sciopero di 4 ore venerdì 27 marzo

Il Jobs Act non è solo una norma, è molto di più.

L’obiettivo è chiaro: lavoratori (per ora quelli assunti dal 1/3/2015) precari all’infinito, senza diritti, licenziabili anche senza giusta causa (individualmente e collettivamente), ricattabili, espropriare il sindacato del suo ruolo di rappresentanza generale.

Dobbiamo far sentire la nostra voce, dentro e oltre i luoghi di lavoro, per contrastare l’applicazione dei provvedimenti contenuti nel Jobs Act.

 

  • Sul terreno contrattuale: per riconquistare un vero contratto collettivo nazionale di lavoro.
  • Sul terreno giuridico: per conquistare un nuovo Statuto delle lavoratrici e dei lavoratori, anche attraverso un progetto di legge di iniziativa popolare e un percorso referendario per abrogare il jobs act.
  • Sul terreno sociale: per costruire una COALIZIONE SOCIALE di lavoratori, studenti, precari, disoccupati e tutti coloro (singoli, associazioni, movimenti) che in questi anni si sono battuti e si battono per affermare i valori e i principi della Costituzione.

 

MERCOLEDI’ 25 MARZO LE AZIENDE METALMECCANICHE MILANESI  si mobiliteranno con uno sciopero di 4 ore, con presidio A MILANO in Piazza S. BABILA alle ore 9:30.

 Le RSU di Castelletto e Agrate, hanno optato che, per le lavoratrici e i lavoratori della ST, lo sciopero sara’ venerdi’ 27 marzo,

per agevolare coloro che vorranno a partecipare alla MANIFESTAZIONE NAZIONALE, che si terra’ a ROMA sabato 28 marzo.

 

Modalità di sciopero:

Giovedì  26 marzo :                     Turno notturno (le ultime 4 ore)

Venerdì 27 marzo :               Giornata  (le ultime 4 ore)

Sabato 28 marzo :               I° turno ( le prime 4 ore) , II° turno e  turno notturno (le ultime 4 ore)

Domenica  29 marzo :        I° turno ( le prime 4 ore)

 

Part-time orizzontali  le ultime 2 ore di venerdì

Part-time 21 turni le ultime  4 ore  del primo turno di lavoro  disponibile

Le lavoratrici e i lavoratori che saranno di riposo nelle giornate indicate sciopereranno, a partire da venerdì 27 marzo, nel primo turno di lavoro disponibile.

 

Cornaredo, 23 marzo 2015                                                                                                          RSU ST Castelletto