…ne è passato di tempo…
Il 2 gennaio 1974, assieme a Fiorella e a Carla, mettevo piede per la prima volta alla SGS-ATES. Avevo 17 anni…
Si progettava su carta, con il regolo, e sui banchi da lavoro, dove si montavano prototipi dei dispositivi, e si disegnava su mylar.
La nostra “sala gialla” era l’unico ambiente protetto, ma solo per l’esigenza della luce gialla; non c’erano scafandri o altro vestiario complesso, solo un camice. Anche noi negli uffici usavamo il camice, assieme a matite, compasso, penne a china, squadre e righelli, tecnigrafi, …
Le maschere erano fatte da specialisti in fotografia, le geometrie minime erano 10micron, un integrato aveva poche decine di componenti, i più complessi un centinaio…
Tutto si è evoluto e, come ciascuno di noi sa, si è evoluto alla grande, è cambiato tutto. Ora di anni ne ho 60… 🙂
Nel mezzo, ho conosciuto tante persone, davvero tantissime.
Credo di aver imparato qualcosa da tutti, proprio tutti, anche da quelli con cui, magari, non ci siamo piaciuti. Ma davvero quel che sono diventato è conseguenza dell’aver conosciuto voi tutte e tutti (e coloro che erano qui prima di voi), nel bene e nel male. E di questo credo di dover essere riconoscente a tutte e tutti, senza distinzione.
L’esperienza qui dentro, infatti, è stata davvero straordinaria: non ricordo un momento nel quale abbia sentito voglia di andare via, di scappare. Momenti difficili, anche durissimi, ce ne sono stati tanti – per il lavoro, per le cose sindacali, anche sul piano personale – ma qui mi sono sempre sentito al mio posto.
Merito anche delle relazioni e delle modalità che forse anche io ho contribuito a costruire, ma soprattutto è merito dell’aver incontrato persone che mi hanno permesso di costruirle, queste modalità per stare assieme.
Non ho solo bei ricordi: sarebbe falsamente retorico fare un’affermazione simile.
Con qualcuno ci sono state anche rotture profonde, delle quali continuo tutt’ora a sentirmi dispiaciuto per non essere sempre riuscito a sanare le ferite.
Con qualcuno non c’è stato contatto o quasi: hanno prevalso scelte diverse, o più semplicemente la mancanza di ragioni importanti per crearlo, questo contatto.
Ma il bilancio è straordinariamente positivo: ho incontrato davvero tante belle persone, mi porterò via molti ricordi, molte buone emozioni, credo alcune amicizie che, forse, potranno protrarsi anche oltre quest’avventura lunga quasi 43 anni.
Un po’ mi spiace che questa storia finisca, ma ci sono momenti per tirare una riga e cominciare altre avventure: ora è il mio turno, assieme a Fiorella, per cambiare vita.
Ringrazio davvero tutti, senza distinzione, per ciò che ho avuto, giorno per giorno, nella mia vita in questa azienda.
Vi auguro di poter avere, nella vostra vita, lo stesso piacere nel vivere la vostra avventura lavorativa, che è soprattutto un’avventura fatta di umanità, di persone ancor prima che professionale.
Ho sperato di potervi salutare tutti personalmente, ci ho anche provato, ma non ce l’ho fatta: mi perdoni chi non sono riuscito a vedere di persona…
Vi auguro ancora il meglio per le vostre vite, e vi abbraccio tutte e tutti.
Grazie di aver condiviso un così importante pezzo della vostra vita con me.
Ciao
Marco
PS: chi vorrà restare in contatto con me potrà farlo usando la mia mail privata, marvolpi@gmail.com
PPS: scusate l’ennesimo “pistolotto”… 🙂