Da ormai qualche mese si intensificano le richieste da parte di dirigenti e manager, di far rientrare tutti salvo le poche eccezioni previste dalla legge (es: immuni depressi, genitori con figli sotto i 14 anni, ecc.) fino ormai ad arrivare alla totalità delle presenze, ovvero tutti quelli che necessariamente svolgono attività per le quali è richiesta la presenza (es. produzioni, laboratori, ecc.) con chi potrebbe lavorare ancora in smart working (es. terminalisti, progettisti, ecc.).
Risultato? Una evidente limitazione della sicurezza di entrambe le categorie oltre che della stessa attività lavorativa che così è fortemente esposta a possibili focolai dovuta al conseguente assembramento.
Fin dai confronti occorsi per addivenire agli accordi, che ricordiamo, hanno tutelato tutte le persone durante il lock down proprio a partire dagli spazi lavorativi che andavano salvaguardati per permettere alle produzioni di proseguire in sicurezza, tutelare la mensa, i bar, gli uffici, la Rsu e la Direzione Aziendale avevano ritenuto opportuno promuovere un tavolo di confronto per ridiscutere l’ accordo sul lavoro mobile vigente, al fine di permetterne un adeguamento e soprattutto la sua applicazione ad una fascia molto ampia della popolazione aziendale, non solo nella fase più acuta dell’emergenza come stava in quel momento avvenendo con percentuali dell’ordine del 90%; popolazione che ricordiamo ha largamente dimostrato di saper fornire adeguate risposte lavorative sia con una presenza ridotta in fabbrica e allo stesso tempo dalla propria abitazione per giunta non sottraendosi MAI alle necessità e alle ovvie richieste di presenze, di distanziamento o di lavoro in team che sopraggiungevano.
Gli incontri sono avvenuti e stanno proseguendo; perché le richieste di rientro non si sono mai fermate?
Come si assicurerà il distanziamento da qui in avanti?
- Far consumare il pasto o il caffè alla scrivania è davvero oggi una scelta opportuna?
- Preposti e dirigenti devono controllare se le persone sono correttamente distanziate, negli uffici, in mensa o negli ascensori. In caso di focolaio sarebbero loro a doversi assumere le maggiori responsabilità.
Di questo e di molto altro vorremmo discutere e per questo motivo nei prossimi giorni convocheremo un’assemblea per confrontarci dove auspichiamo partecipiate numerosi (anche con gli opportuni strumenti che assicurano il distanziamento).
Sarà inoltre questa l’occasione per parlare di quanto si verifica ad Agrate dove assistiamo alla necessità di raffreddamento delle produzioni (vedi comunicato esposto) e le richieste conseguenti; non ultimo proveremo a rianimare il confronto a suo tempo avviato con la DA per arrivare a dotare di una convenzione e/o di asili nido aziendali utili ad agevolare i genitori con figli, partendo da quelli più piccoli ma non solo, oggi più attuale che mai.
Cornaredo, 15 settembre 2020 La RSU di Castelletto
: RSU ST Castelletto